Burkina Fasol la si do

"Burkina Fasol la si do”, la manifestazione benefica organizzata dall’Associazione Culturale Ai Bilozziu, nasce da un’idea di Lucrezia Satta che, tornata da un’esperienza di volontariato nello stato africano, ha proposto agli amici dell’Associazione di poter organizzare insieme un “qualcosa” per aiutare il Centro di accoglienza per ragazzi di strada del villaggio di Koupèla e quello in progetto nel villaggio di Zorgho.

 

I due villaggi sono stati visitati da Lucrezia nel febbraio 2006 dopo aver conosciuto Aloys Kaborè, responsabile del Centro di Koupèla. Aloys, oltre ad averle mostrato le condizioni di disagio nelle quali versano i ragazzi, le ha anche manifestato le oggettive difficoltà alle quali si va in contro con i canali tradizionali della beneficenza: per assurdo, buona parte degli aiuti economici, infatti, vanno persi, poiché, prima che arrivino a destinazione, sono soggetti a troppi passaggi burocratici, che comportano spese eccessive.

 

Tenendo fede a questi presupposti, ad aprile 2007 si inizia a lavorare per rendere concreto quel “qualcosa” di diverso che, almeno in parte, potesse migliorare le condizioni di uno Stato ridotto alla più assoluta povertà.

 

L’idea dell’associazione è stata quella di un grande concerto (da qui il nome dell’evento) che richiamasse il maggior numero di artisti e pubblico, mossi dallo spirito di solidarietà e uniti dall’idea che “un altro mondo è possibile”.

 

La prima azione concreta è stata quella di predisporre una campagna di informazione e una raccolta fondi in molti comuni dell’Isola, contando sulla generosità e sensibilità delle singole persone. Il passo successivo è stato quello organizzare una grande manifestazione, diversa dalle solite, che racchiudesse non solo musica ma anche immagini, arte e informazione.

 

L'intero ricavato sarebbe stato devoluto al progetto Zorgho, per sostenere la creazione del secondo centro di accoglienza voluto dalla Fondation Solidarité Pour Enfants. Questa è un'organizzazione fondata nel 2001 da Aloys Kaboré, giovane burkinabè e nostro referente ufficiale che grazie alla sua professione di elettricista e all’aiuto di diversi “benefattori" è riuscito a costruire delle strutture che offrono un rifugio (dormitori, refettori, cucine e bagni con tanto di energia elettrica e acqua corrente) e una formazione professionale agli orfani e ai bambini di strada, concretizzando così il sogno di assicurare una speranza e un futuro migliore al popolo burkinabè. Nel paese di Koupela sono già attivi un laboratorio di meccanica e uno di elettrotecnica.

 

Il ricavato di questa raccolta fondi verrà destinato alla costruzione di un nuovo centro di accoglienza per bambini nel vicino paese di Zorgho.

 

Dopo aver avuto l’esperienza diretta di tali attività, della loro azione capillare nei due villaggi e in quelli adiacenti e aver conosciuto personalmente Aloys, abbiamo deciso di sostenere la sua associazione e le loro iniziative senza passare attraverso altri intermediari, confidando di poter contribuire direttamente, seppur consapevoli del "limitatamente", inscindibile da qualsiasi piccola azione in uno dei Paesi più poveri del continente africano quale è il Burkina Faso, cercando di dare una mano con “un aiuto che aiuti quel popolo a fare a meno degli aiuti”, secondo il pensiero del loro grande rivoluzionario Thomas Sankara.